martedì 11 dicembre 2007

Della violenza e dei bagni

Secondo me c'è troppa poca violenza in giro.
Paradossalmente, la violenza da noi percepita sembra in costante ed inesorabile aumento: dalle tv, ai quotidiani, ai reportage sulle banlieues pittosto che sulle bidonvilles si parla spesso di omicidi, stupri, risse, bullismo, estorsioni e chi più ne ha più ne metta.
In realtà, se ci pensate bene, a parte i colpi di matto delle persone cosiddette "normali", chi sembra deputato, autorizzato, "legittimato" ad usare violenza?
Solo alcuni soggetti: rom, rumeni, algerini, disagiati economicamente, ex detenuti in libertà ecc...
I "normali", i medi, proprio perchè considerati tali, non se lo possono permettere.
Penso sia sempre stato così, in tutte le epoche, ma si avverte la saturazione.
Mi spiego (da questo momento evito di usare il virgolettato per le varie categorie sociali perchè altrimenti non smetto più).
Tutti abbiamo una carica di rabbia, di disagio, di insoddisfazione, di tensione repressa dentro.
Come la sfoghiamo?
Con gli hobbies? Con lo sport? Con lo shopping? Con lo stadio?
Niente da fare, è evidente che non basta.
Non ci si può più scazzottare in santa pace chè subito sei il violento, non si può più litigare a scuola o fare qualche stupido scherzo perchè sei autore di atti di bullismo (che sono sempre esistiti), non si può fare le corna in auto perchè si lede un qualche diritto o reputazione, fumare è sbagliato, essere grassi è sbagliato, solo mercificare il proprio corpo sembra autorizzato.
Abbiamo troppi diritti, molti pretestuosi, di moltissimi non ce ne facciamo nulla e non sappiamo che farcene.
Troppi diritti presunti, troppe intangibilità, che ci bloccano.
Vai allo stadio e non si può più usare una bandiera (?), nè una sciarpa previa autorizzazione del questore. I ragazzi, nei bagni, si vergognano (!) di fare la pipì nelle "turche" ed aspettano decine di minuti in colonna il loro turno nel bagnetto chiuso agli occhi altrui (manca solo che vadano dentro in coppia per tenersi la borsetta).
Diritto alla sessualità emancipata? Diritto a viversi le proprie esperienze?
Mah.
La gente manca di sangue.
Non s'incazza, non litiga, non reagisce, non protesta, non vive se non tramite canali prestabiliti che ingabbiano.
Se vuoi protestare per qualche ingiustizia, ci sono i canali prestabiliti da altri.
Con i quali non risolvi nulla, che non servono a nulla.
Perchè decisi per convogliare la protesta, il malessere, appositamente come vogliono altri.
Quelli mediati da anni di buonismo, di comportamenti socialmente accettati dalla collettività.
Però manca l'essenza, la spina dorsale, la grinta.
Nessuno che agisca e reagisca veramente.
Si beve tanto, troppo, si legge poco.
Mi dispiace dire ovvietà, ma la situazione è penosa.
Sapete che ci vuole ragazzi? Una bella rivoluzione.
Che spazzi via, pulisca, innervi pulsioni vitali vere nelle persone.
Ci siamo accartocciati su di noi, avvitati.
Non che si sia meglio o peggio di come si era una volta: una volta non c'ero, e questi paragoni mi sembrano decisamente sciocchi.
Le conquiste tecnologiche, della scienza, la salute delle persone sempre più tutelata, i cibi sicuri ecc...tutto bene, tutto ok.
Però...non vi sembra manchi qualcosa, oltre alle rotelle del mio cervello?
Sono solo io che mi sento ingabbiato?
Sono solo io che, per quanto possa essere realizzato nel lavoro, non mi basto? E non mi basta ciò che ci succede attorno?
Leggere, scrivere, avere hobbies, una persona con cui condividere le proprie esperienze, famiglia, amici bla bla bla.
Ma noi?
Mi sembra si sia prigionieri: pensiamo di essere protagonisti ed invece siamo zoo.
Come quando sono stato in Kenya, e nella savana mi sentivo lo zoo dei veri signori di quelle terre, gli animali.

Ieri mi sentivo ecumenico, oggi sono veramente incazzato nero.

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